Da quando abito in Francia mi sono dovuta abituare ai ritmi scolastici delle 6 settimane on e 2 off. Mi sembrano i termini di un contratto di lavoro offshore, ma come dice la mia amica expat belga: “in Francia esiste la scuola. Poi, ogni tanto, i bambini la frequentano”.
Nelle due settimane di vacanze, ferie del marito permettendo, si parte.
Il nostro si parte si discute mesi e mesi prima. Per poi ridurci all’ultimo minuto sulla scelta della meta. Intanto fare da agenzia di viaggi ogni sei settimane mi stressa, poi a me piace andare in giro per le città, ma capisco anche che mio marito voglia riposarsi e non ami il freddo. Escludendo le mete di lungo raggio che “poi io sto sveglia a intrattenere i passeggeri del volo senza aver mai possibilità di recuperare le ore di sonno perse”, e calcolando che per alcuni viaggi servono più di 5 o 6 giorni per visitare il posto, alla fine si ripiega su destinazioni europee, egregiamente servite dalle compagnie low-cost.
Ecco qua che cerchiamo di trovare una destinazione per dopodomani. Requirements di mio marito: che faccia caldo, no sbattimenti di affitto macchine per questa volta (sarà la multa del viaggio di febbraio?) o giri rocamboleschi.
A me piace andare in viaggio, ma sono pessima a organizzarli. Cioè, se è un weekend a Londra pure pure, ma in posti sconosciuti e con poco tempo a disposizione per pianificare sono una frana.
La difficoltà dello scegliere il “dove” sta anche nel trovare qualcosa che piaccia al nostro cinquenne e spesso i giri turistici tradizionali risultano noiosi per lui.
Al momento di preparare la valigia, panico. Cioè io, che ho passato una vita con delle chiamate di lavoro last second e una valigia semipronta per girare il mondo, mi incarto su un trolley per 5 giorni. Preferirei andare in giro in divisa.
Mi incarto doppiamente, perché devo pensare anche a quello di mio figlio.
Facciamo che partiamo solo col bagaglio a mano. Ok, ma avete mai visto la gente che parte solo con il bagaglio a mano per 6 giorni? Io sono quella che prenota l’hotel in base alla distanza con la lavanderia a gettoni. Odio, dico odio, dover pianificare oggi cosa mi metterò tra 3 giorni, che magari non sarò nel mood giusto per vestirmi di nero (colore passe-partout da valigia) e che i 20 gradi di Parigi non sono gli stessi di Amsterdam, Roma o Lisbona. Io che un pigiama massimo due notti, che ho i miei asciugamani di microfibra perché quelli dell’hotel li lavano col pensiero, posso stare nelle dimensioni previste del bagaglio a mano?
Ce l’ho fatta, l’anno scorso, per 5 giorni a Londra. Un freddo cane e metà della valigia….ce l’avevo addosso.
Anni fa avevo una checklist della valigia perché ero precisetti, ora ce l’ho solo perché sono diventata smemorata.
La lista generica per questa stagione prevede:
– miniature da viaggio di prodotti da bagno
– trousse di medicine eno-o-o-rme con all’interno (non so perché) copia delle carte di identità
– pigiami, nella misura di 1 per ogni coppia di notti fuori
– biancheria intima
– magliette, canottiere, pantaloni, leggings (il tutto possibilmente tinta unita, scuro perché in vacanza c’è il festival delle macchie)
– felpe, meglio se con cappuccio, e maglioncini
– asciugamani
– abbigliamento per andare in palestra, se mi dovessi riscoprire sportiva proprio durante la vacanza
– sciarpa che eventualmente possa fare da pareo o telo mare
– phon portatile potente o piastra, a seconda delle foto del phon dell’hotel reperite su tripadvisor
– borsa, la più piatta che c’è nel mio armadio (risale al 2006 e nonostante i numerosi prepensionamenti, non trova ancora un degno sostituto da viaggio)
– ombrellino
– scarpe di ricambio
– infradito da doccia
– salviette disinfettanti per bagno e altre superfici (il telecomando dell’hotel andrà avvolto tipo mummia, non prima di aver imparato a memoria tutti i tasti)
– trucchi, caricabatterie, documenti, soldi, chiavi, fazzoletti e salviettine, tablet, libro, penne, forchette e cucchiai di plastica, sacchettini di plastica vari, cibarie, occhiali da sole, cappellini, mollette da bucato multiuso.
Secondo me, non ci sto. Nella valigia del biondino devo mettere i suoi vestiti (un cambio al giorno, almeno!), il suo pupazzo, colori, fogli per disegnare, qualche giochino, il seggiolino auto gonfiabile….
Fino a due anni fa ero del tipo o bagaglio da stiva, o bagaglio da stiva. Mi piace stare comoda, ma devo avere uno spazio per eventuali acquisti e regalini.
Ma l’importante è godersi il viaggio, no? Mica la valigia…
E voi, a cosa non potete rinunciare quando partite?
O mio dio!!! ahahahahah il telecomando mummificato nooo!!! Io porto il necessario, per il resto mi arrangio, mi stresserei con tutta quella roba dietro! 🙂 P.S. stendo un tovagliolo (pulito) sull’abbigliamento sportivo per andare (eventualmente) in palestra ahah…
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Eh ma negli hotel ho visto cose che voi umani… spiega del tovagliolo che non ho capito…
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Era un modo per stendere un velo pietoso sul mio essere poco sportiva, figurati portarsi la roba da palestra in ferie. Però invece che stendere il velo (vista la tua mania per le pulizie) ho steso un tovagliolo pulito ahah… 🙂
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figurati che per lavoro ci mandavano in un hotel a Male, Maldive, talmente sporco e non a norma che dormivamo avvolti nei parei…
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OMG!!!! Io porto lo stretto, anzi strettissimo, necessario per tutti. Ho imparato a fare a meno di tutto ciò che non ho portato e usare al meglio ciò che ho portato.
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Non riesco a essere così essenziale….cioè magari senza il bambino si…ma metti che…uffa, che stress. Sono ancora in alto mare!!!
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